REPUTAZIONE E CREDIBILITA’ DELL’ITALIA: LA LOTTA ALLA CORRUZIONE E’ UN PRIORITARIO INTERESSE NAZIONALE! O forse no…? Oggi ho partecipato nell’ambito dello #YouthSpeakForum a un’eccezionale tavola rotonda organizzata dell’Associazione AIESEC Italia dal titolo “Transparent Institutions”, sul tema della #trasparenza e della lotta alla #corruzione, con una folta platea di studenti determinati a dare un contributo concreto alla riflessione su questi argomenti *centrali* nella vita del Paese. Essendo stato a lungo testimone, e partecipe, di una Diplomazia che ha sempre visto nello sviluppo delle relazioni economiche e nella libertà degli scambi un prioritario interesse nazionale, vorrei incrociare questi temi con un altro argomento a essi strettamente correlato: la *reputazione e la credibilità* internazionale dell’Italia. Ecco alcuni concetti chiave:
1) è un dato di fatto la progressiva perdita di controllo italiano sulle *eccellenze del #madeinItaly *. Ci è stato spiegato che ne dovremmo esser lieti perché si tratta comunque d’investimenti diretti che sostengono l’economia italiana. Sappiamo invece che molte acquisizioni sono state fatte al ribasso, che hanno comportato il trasferimento all’estero di quartier generali, di management, di ricerca e di occupazione. Credo che molti siano stati colpiti da un’inchiesta televisiva dei giorni scorsi: raccontava di un grande gruppo siderurgico italiano che avrebbe ottenuto finanziamenti dal Governo per quasi 40 milioni di Euro… per trasferire in Cina una produzione contestualmente chiusa in Italia con grave perdita di posti di lavoro! La delocalizzazione non ha riguardato solo #FCA (FIAT-Crysler): ha toccato anche il “sistema moda”, e la perdita di controllo riguarda anche la comunicazione televisiva, con i tentativi di scalata di #Vivendi a #Mediaset, e – in altri mondi – la cessione di società “star” nel calcio a investitori asiatici e americani. Ma c’è qualcosa di se possibile ancora più grave, ovvero
2) la cessione di aziende strategiche, sensibili per la sovranità nazionale, nelle comunicazioni, difesa, energia, infrastrutture primarie e trasporti. I comparti strategici orientano lo sviluppo e l’innovazione dell’intero “sistema Paese”. Le cessioni del controllo di #Telecom, o di primarie infrastrutture portuali, o di reti di energia a controparti straniere – ancor peggio se si tratta di controparti che non appartengono al mondo atlantico e possono compromettere la sicurezza complessiva del Paese – possono offrire qualche effimera boccata d’ossigeno al bilancio pubblico ma costituiscono a mio avviso *pessime decisioni strategiche*. Le misure di rilancio dell’economia reale sono necessarie, ma devono quindi andare in diversa direzione; non posso non rilevare come la scelta dei top manager pubblici venga effettuata ancora oggi *in base a criteri di appartenza o vicinanza politica* e di fedeltà al Governo di turno e alla sua corrente di maggioranza, criteri assai diversi dai metodi ripetutamente (solo) annunciati e (solo) promessi di selezione sul mercato, come è peraltro regola generalizzata in molti altri paesi d’Europa;
3) infine, ultimo ma non meno importante, la tolleranza zero verso la corruzione è ancora una vera e propria chimera. Con una moltitudine di *sei milioni di poveri* nel nostro Paese, la corruzione rappresenta la più abietta “tassa” sulle categorie deboli. Non c’é servizio pubblico, riscaldamento di abitazioni, prestazione sanitaria, scuola, attività economica i cui costi, disponibilità ed efficienza, non siano pesantemente alterati dalla corruzione. Inoltre, è la diffusa pratica corruttiva a rappresentare *il peggior handicap sulla credibilità internazionale del nostro paese*, sulle solidarietà che “imploriamo” (ben poco credibili) da #Bruxelles e da #Berlino per rifinanziare (per l’ennesima volta) banche decotte. CHIEDIAMOCI ANCHE PERCHE’ l’#Euro ha funzionato *nettamente meglio* per paesi dell’Eurozona meno colpiti dal fenomeno della corruzione, che sono più “virtuosi” di noi nella gestione della cosa pubblica, e che hanno un indebitamento di almeno trenta punti percentuali sotto il livello italiano, peraltro con tendenza al ribasso. LA CORRUZIONE AFFOSSA E ASFISSIA L’ECONOMIA DELL’ITALIA PIU’ DI OGNI ALTRA COSA: esiste *un’evidente correlazione* tra debito – PIL e “indice della corruzione”… chiediamoci come mai dei diciannove Paesi dell’Eurozona sono ben quindici quelli che confermano la saldatura tra un debito inferiore al 100% di PIL e un ”Corruption perception Index” migliore di quello calcolato per l’Italia. Per il “nocciolo duro* dell’Eurozona la saldatura tra basso debito e basso indice di corruzione è particolarmente evidente come per Finlandia, Germania, Austria, Lussemburgo, Estonia, Paesi Bassi, che sono tra il 23° e il 2° posto di CPI e almeno 50 punti al disotto del debito italiano, mentre Italia e Grecia sono rispettivamente al 47° e 44° posto nell’ “Indice di corruzione – CPI” con debiti appunto del 133% e del 196%.
Un breve preoccupante elenco:
– l’Italia resta inchiodata da quattro anni al disotto del quarantasettesimo posto nell’indice della corruzione globale;
– lo stesso Commissario Cantone sta facendo sovrumani sforzi, ma spesso deve riconoscere che le sue fatiche cambiano troppo poco le cose;
– Expo 2015 si è conclusa con un giro enorme di affari sospetti ancora non chiariti, e neppure rendicontati;
– la nuova legge sulla Cooperazione internazionale allo sviluppo invece di sbarrare la strada all’assegnazione diretta e alla licitazione privata, tradizionali veicoli privilegiati per affarismi e consorterie nel mondo della cooperazione allo sviluppo, ha creato “un’autostrada a otto corsie” per pratiche affaristiche che si volevano cancellare, elevando non solo a dismisura il tetto della assegnazione diretta, ma addirittura eliminando i controlli della contabilità generale dello Stato;
– il nuovo “Codice degli Appalti” è stato denunciato da commercialisti e tributaristi di esperienza nel settore come “impraticabile e di difficilissima comprensione”, con formule matematiche proposte dal Codice simili a calcoli per la Teoria della relatività di Albert Einstein…
– ogni giorno l’opinione pubblica e gli investitori nazionali e esteri sono sommersi da storie di criminalità economica, collusioni malavitose e inquinamento della classe politica.
EBBENE, se tutto ciò prosegue immutato, come possiamo pretendere di riuscire a costruire *certezza del diritto* e un habitat “business friendly” per chi vuole concludere partnership dall’estero con le nostre aziende? Avremo sempre solo “razzie” a breve termine, shopping predatorio, e mai reale costruzione di futuro per il Paese…NON TROVATE? Penso di avervi dato di che discutere per l’intero weekend…quindi, BUONA SERATA A TUTTI! 🙂
Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.