Fonte: Agenpress.
Le statistiche degli ultimi venticinque anni ci dicono con chiarezza che le politiche adottate in questo lasso di tempo – politiche impostate soprattutto sull’austerità, sulla riduzione del costo del lavoro, sul taglio delle pensioni e sull’aumento delle tasse – hanno prodotto il risultato opposto a quello sperato: il debito pubblico è cresciuto e il Pil è diminuito.
L’Europa l’abbiamo costruita noi e non dobbiamo rinunciare a un progetto nel quale abbiamo creduto per primi. Dobbiamo invece batterci per riportarla sui binari giusti. L’unica strada è quella di impugnare queste norme illegittime nelle sedi opportune.
Come EURECA, assieme al prof. Guarino, all’ambasciatore Giulio Terzi, all’economista Marcello Minenna e al costituzionalista Alfonso Celotto, abbiamo intenzione di mettere sul tavolo delle forze politiche la proposta di aggiornamento delle leggi italiane in relazione con l’Europa.
L’articolo 11 della nostra Costituzione stabilisce che l’Italia può cedere quote sovranità purché ciò avvenga in condizione di parità con gli altri Stati membri. Una condizione che però non c’è visto i cittadini italiani non possono pronunciarsi in merito alle leggi europee tramite referendum come accade invece per altri cittadini europei. C’è un’urgente necessità in Italia di aggiornare il nostro assetto giuridico. I sovranisti stanno diventando forti perché gli uomini politici che li rappresentano cavalcano l’onda dei tempi e la situazione problematica e reale che stiamo attraversando. Ciò che davvero rimprovero loro è di basare la tesi della loro protesta su basi non oggettive.
Non è possibile che in tutti questi anni di attacchi continui all’Europa non sia mai stata posta la problematica del processo legislativo al suo interno che ha perso la sua indispensabile matrice democratica.
A tal proposito noi come EURECA, nella persona del nostro responsabile legale Federico Tedeschini, abbiamo attivato una class action pubblica sul fiscal compact. Abbiamo concluso il primo passaggio, che prevede la sollecitazione al governo e al ministero dell’Economia ad interrompere l’applicazione di questo Trattato internazionale. Ora procediamo con la seconda fase: il ricorso al Tar.
Così Angelo Polimeno Bottai presidente di Eureca (Associazione, senza fini di lucro, per la difesa della democrazia e della legittimità nell’UE).