Articolo di di Bonagiunta De Laura per Il Ponente 3 maggio 2016
Adesso il governo italiano avvierà immediatamente le consultazioni con l’India per arrivare rapidamente a definire le condizioni per il rientro di Girone. Lo ha deciso lo stesso Tribunale che ha invitato Italia ed India a mettersi d’accordo sulle modalità ed i tempi per il rientro del fuciliere di marina, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, presso la sede dell’ambascia italiana a Nuova Delhi. Il Governo – precisa il Ministero degli Affari esteri – ha lavorato per sottoporre l’intera vicenda all’arbitrato internazionale e, in questo quadro, riportare a casa i due Fucilieri di Marina. “E’ il primo significativo risultato conseguito attraverso l’arbitrato internazionale che terminerà nel momento in cui verrà definito a chi spetta la giurisdizione sul caso -ha commentato Rossi-“. Si tratta quindi di una buona notizia per i due Fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal Governo e dai nostri legali. “A confermare la decisione dell’India è la Farnesina che in una nota precisa:” Il Tribunale arbitrale istituito a L’Aja ha oggi anticipato la propria decisione che il Fuciliere di Marina Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal Governo il 26 giugno 2015. “Quella del ritorno a casa di Girone è una notizia straordinaria – dice Donazzan – Da patriota e donna delle istituzioni non ho mai smesso di seguire questa annosa vicenda, e se anche la battaglia giudiziaria continua, essendo in corso l’arbitrato internazionale, un passo avanti è stato compiuto”. A stabilire chi dovrà giudicare i due militari sarà un collegio di quattro arbitri, uno nominato dall’Italia, uno dall’India e due dal presidente ITLOS Vladimir Golitsyn. Anche l’opposizione è felice per questo traguardo. Prendiamo atto che la decisione sul rientro di Girone avviene in un lasso di tempo relativamente breve. Secondo le autorità indiane, la petroliera era stata coinvolta nel pomeriggio del 15 febbraio 2012 in un incidente con un peschereccio, il St.Anthony, che i marò avrebbero scambiato per una imbarcazione pirata, uccidendo due membri dell’equipaggio. Peccato che Girone e Latorre abbiano dovuto aspettare quattro anni, subendo l’ingiustizia di una detenzione intollerabile sotto il profilo umano e giuridico, prima che il governo italiano si decidesse a seguire il percorso che da sempre avevamo suggerito e auspicato dall’inizio di questa brutta storia. Di tuttaltro avviso lex Ministro degli esteri Giulio Terzi, che si dimise proprio a causa del suo dissenso con la posizione dellallora governo Monti sul caso Marò.