ANCORA BOMBE SUI BAMBINI IN #SIRIA, TRA L’ARROGANZA RUSSA E L’INDIFFERENZA OCCIDENTALE… “Atroce e disumano, ci saranno conseguenze”, ha affermato il Presidente Trump dopo l’ennesimo lancio di armi chimiche, che nella città di #Douma *ha ucciso oltre 100 civili*. Chi sceglieranno a questo punto i sovranisti amanti dell’Uomo forte…? #Trump o #Putin…? Lasciando da parte per un attimo le riflessioni geopolitiche, stante la tragicità della situazione che stiamo commentando, lascia comunque stupefatti l’indifferenza occidentale, quella delle continue “linee rosse” *sempre oltrepassate senza conseguenze* dal rigide dittatoriale di Bashar al-Assad, e l’arroganza di #Mosca, che (come nel loro stile da sempre) “nega ogni coinvolgimento sia diretto che indiretto”, mentre donne, bambini e anziani – passati da essere sotto il tallone del Governo prima, sotto quello vergognoso degli islamisti poi, e ora sotto le bombe siriane con il beneplacito di Mosca – continuano ininterrottamente a morire. A questi atteggiamenti fanno eco le frasi sconcertanti che si leggono sui Social: “…E’ colpa degli USA, dovevano stare a casa loro…”, come se le scelte in politica estera – discutibili o meno – giustificassero di per se in automatico stragi di bambini… Sorprendentemente, il principale nemico di questo relativismo etico da quattro soldi pare essere non un capo di Stato bensì un ragazzo: #Muhammad, di 15 anni. Muhammad è un adolescente che da mesi denuncia con il linguaggio dei giovani cosa accade nella sua città, proprio quella bombardata ieri, e si fotografa con la mano sul volto, sulla bocca, a ricordare “quelli che soffocano” per le strade di Douma e della altre città #siriane, nel nome di un Governo delegittimato fin dalle prime sparatorie ad alzo zero sui civili, all’ìnizio di una guerra civile che ormai dura davvero da troppi anni. Subito hanno iniziato a squittire (preparatevi: li attendiamo a breve anche su questa pagina…!) i troll e gli heater pro #Assad: “Non è un ragazzo siriano…sono tutte bugie… non abita in quella città…eccetera”. Ma l’idiozia politica dei piccoli cervelli etero-diretti finisce per fare più danni che altro a chi la propone, e quindi Muhammad ha risposto a modo suo, efficacemente: zittendo tutti iniziando a farsi del “selfie” per documentare la realtà indiscutibile delle macerie in città, la distruzione della sua scuola, la morte del suo amato papà, di parenti, di amici e coetanei, e twittando frasi in un inglese elementare, ma chiarissimo, come: “Qui stiamo morendo mentre il mondo guarda e ascolta: ormai l’omicidio è consentito dalle leggi internazionali, non c’è più ne coscienza ne umanità…”. Mentre oggi qualche utile idiota giustifica e nega le responsabilità, anche dinnanzi alle foto chiarissime delle armate di Assad che circondano le città in assedio da mesi (quindi in questo caso le #armichimiche chi le avrebbe usate? La popolazione… contro se stessa…?), Muhammad ha lasciato la città su un autobus scrivendo sui Social: “Ho perso tutto: mio padre, i miei amici, la mia scuola, il mio Paese. Ho seppellito qui i miei ricordi più belli. Queste ferite non saranno mai più sanate”. Mai in 40 anni di Diplomazia ho giustificato la sistematica violazione dei #dirittiumani in nome della ragion di Stato: ma nessun ragionamento penso in queste ore possa essere più efficace del grido di dolore di questo ragazzino… Grazie a tutti i Muhammad, e se potete #PERDONATECI <3
Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.