ORA BASTA: VOGLIAMO VERITA’ E AZIONI CONCRETE PER I NOSTRI SOLDATI! L’ex Sottocapo della Marina Militare Italiana Lorenzo Motta, è l’ennesimo membro delle Forze Armate Italiane che rompe il silenzio e il muro d’omertà: “Nessuno ci avvisò che vi era la presenza di uranio impoverito e nessuno si preoccupò di darci i dovuti mezzi di protezione individuale per quanto riguarda l’esposizione ad agenti tossici”. La dichiarazione è pubblicata in un’intervista di pochi giorni fa http://ift.tt/2zhRBRt quasi in contemporanea a un’analoga dichiarazione dirompente dell’ex Procuratore #Guariniello, esperto di cause relative alla salute dei cittadini (processo #ThyssenKrupp, processo #Eternit, etc), il quale – insieme ad altri validissimi esperti – si è detto “…sconcertato per le informazioni distorte sul dossier Uranio Impoverito”, rilevando come i nostri #Militari siano costretti a combattere oltre che con la malattia “anche con la burocrazia che a volte uccide”.
MI CHIEDO: quali sono le responsabilità che qualcuno vuole a tutti i costi evitare e nascondere?
Nel mentre, con un semplice cartello appeso al collo e con la determinazione di far valere i propri diritti, alcuni rappresentanti di associazioni di Militari si sono presentati in “presidio silenzioso” davanti a #Montecitorio cominciando una protesta simbolica: da alcuni giorni chiedono al Parlamento di non approvare un emendamento che trasferirebbe sotto la gestione dell’Istituto Nazionale Assicurazioni contro gli Infortuni del Lavoro (#INAIL) anche le problematiche di salute che riguardano il Comparto Difesa. “Serve un un intervento complessivo che affermi i diritti fino ad ora negati ai militari”, ha affermato uno dei rappresentanti delle vittime: la soluzione non è passare tutte le pratiche all’INAIL azzerando la specificità del lavoro ad altro rischio svolto dai cittadini in divisa del comparto sicurezza e difesa, tanto più che persino la stessa INAIL espresse in passato riserve, affermando: “La procedura si presenta subito alquanto complessa e difficoltosa, poiché questo Istituto non possiede alcuna informazione specifica sui mestieri e sulle attività svolte nei siti militari e nelle unità della marina militare”. Quindi perché questo ulteriore tentativo di “insabbiamento” del dossier nella palude della burocrazia…?
Un piccolo passo indietro riprendendo un mio post di 4 settimane fa, che ha stimolato un intenso dibattito su questa pagina Facebook e non solo: la vicenda dell’#UranioImpoverito nasce molti anni fa, con alcune coraggiose denunce e molte battaglie. L’uranio impoverito viene usato nelle munizioni #anticarro, ed è un materiale potenzialmente tossico, in quanto “metallo pesante”. Quando un penetratore all’uranio impatta su un obiettivo, o quando un carro armato con corazzatura all’uranio prende fuoco, parte dell’uranio impoverito brucia e si frammenta in micro-particelle, che non solo possono essere inalate, ma rimangono sul suolo e possono venir disciolte nell’acqua, con possibili effetti nocivi non solo sull’ambiente ma anche sull’Uomo, con danni potenziali ai reni, pancreas, stomaco/intestino ed effetti citotossici e cancerogeni, come confermano varie autorevoli ricerche scientifiche.
ll caso è stato sollevato con ancora maggior forza da quanto il #Pentagono ha riconosciuto il nesso causale tra le micro-polveri di UI e i danni alla salute, scusandosi di fatto con i Militari coinvolti, risarcendoli, e applicando da subito più stringenti misure di protezione. E a fronte di ciò, qual’è stato il comportamento del mondo della politica italiana, delle istituzioni e dei più alti vertici dell’Amministrazione del Ministero della Difesa…? Dinieghi, coperture facilmente giustificate da considerazioni relative alla “riservatezza”, e anche vere e proprie contestazioni in vari gradi di giudizio, fino all’assurdo: il mancato rispetto, appellandosi a cavilli, di *sentenza passate in giudicato della nostra Magistratura* che stabilivano equi indennizzi per i nostro Uomini e Donne in divisa; come conferma il Generale Fernando Termentini, una delle poche ma più decise voci “fuori dal coro”, al 30 novembre 2017 erano almeno 350 i casi di morte e 7.357 malati, personale in Divisa al quale – tutti, nessuno escluso – va la mia più sentita vicinanza e incondizionata solidarietà e appoggio.
Ecco alcuni dati di fatto incontestati riguardanti questo dossier:
1) all’epoca, non furono sollecitamente predisposti i moduli per il consenso informato da far sottoscrivere ai nostri Militari impegnati in missioni in aree potenzialmente (o anche solo ipoteticamente) a rischio a causa di possibili contaminazioni da metalli pesanti, *moduli invece predisposti e fatti sottoscrivere dai nostri principali alleati*;
2) laddove lo SMD negava di sapere alcunché (ed anche alcuni Generali, a tutt’oggi, fanno orecchie da mercante facendo intendere di non saperne nulla…), esistevano invece direttive (SMD 142/3813/4-90.41 del 6 dicembre 1999 e Folgore 4250/15.103.121 Pisa 30 novembre 2000) sui pericoli da contaminazioni da UI. Quindi: da un lato si negava nelle dichiarazioni pubbliche di saperne alcunché, dall’altro si scrivevano precise direttive a riguardo, e dall’altro ancora si disattendevano queste direttive non prendendo le necessarie e dovute precauzioni…;
3) vi sono ben 83 sentenze di condanna (di cui 45 i già passate in giudicato) che dichiarano *colpevole* il Ministero della #Difesa e i vertici del tempo in quanto *avevano conosciuto e nel contempo taciuto la potenziale pericolosità di questo munizionamento*. Ma la cosa realmente folle è che a fronte di ciò ancora l’Amministrazione *si rifiuta* di dar luogo a quanto per sentenza disposto a favore dei nostri Militari (e questo sarebbe rispetto delle Istituzioni dello Stato…?).
Come se non bastasse l’Uranio Impoverito, vi sono anche altri casi del tutto analoghi degni della massima attenzione: l’amianto, che ha colpito centinaia di marinai sulle navi della #MarinaMilitare italiana, #aviatori, #soldati, #carabinieri, ma anche malattie provocate dal gas radon, come ha dimostrato una recente sentenza di condanna del Tribunale di Padova per le emissioni letali nella base sotterranea dell’Aeronautica sul Monte Venda, che è stato il centro di controllo radar e dell’#Aviazionemilitare durante la Guerra Fredda.
In ogni caso, i vertici del Ministero della Difesa hanno posto in essere un vero e proprio “muro di gomma”, un atteggiamento *ottusamente burocratico*, che ha visto alti funzionati impegnarsi in azioni pretestuose per allungare ogni oltre possibile limite i tempi di riconoscimento del problema e di risarcimento dei nostri Soldati, anche bloccando i pagamenti dovuti grazie a sentenze della Magistratura.
Trovo questa “resistenza a oltranza” *SEMPLICEMENTE VERGOGNOSA*: la dignità e il valore delle nostre FF. AA e dei nostri Uomini con i gradi o le stellette, non meritano l’ennesima vicenda umiliante nella quale sembrano ancora una volta sottoposti, con Soldati che nulla o non abbastanza sapevano dei rischi che stavano materialmente correndo *mentre facevano con abnegazione e dedizione il proprio dovere*: sono cittadini che non si sono mai tirati indietro nel difendere il bene comune, ma perché fargli soffrire pene che sarebbero state evitabili applicando un minimo di buon senso…?.
Sono convinto che *la difesa dell’interesse nazionale non può prescindere dalla difesa dell’interesse dei singoli cittadini*. Torno quindi a porre la stessa identica domanda posta 1 mese fa su questa pagina: cari vertici dell’Amministrazione, cosa dovrebbero fare i nostri Militari, *pregarvi in ginocchio* per vedere riconosciuti i propri diritti…? ORA, membri di questa community, DITE PER FAVORE LA VOSTRA, E CONDIVIDETE IL POST, FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE ANCORA PIU FORTE! Ministero della Difesa
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Aeronautica Militare @MarinaMilitareOfficialPage Esercito Italiano
Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.