SCENARIO LIBIA: FRANCIA 1, ITALIA 0! Tra una manciata di minuti inizierà il faccia a faccia tra il Presidente francese #Macron, il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli #FayezSarraj e il comandante dell’Esercito nazionale libico #KhalifaHaftar: l’incontro è previsto oggi pomeriggio nel castello di La Celle Saint Cloud, alle porte di #Parigi, in presenza anche del neoinviato speciale dell’#ONU per la Libia, #GhassanSalamé. Il pressing diplomatico del trentanovenne presidente di Francia comincerà tra pochi minuti, alle 15 con un primo colloquio a porte chiuse con Sarraj, a cui ne seguirà alle 15:50 un secondo con Haftar, prima della riunione a quattro e la dichiarazione congiunta alla stampa alle 17:30. Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano: *non pervenuto*, nonostante i nostri fortissimi interessi nell’area, il ruolo da protagonista più volte reclamato da #Roma, e il fatto che il nostro Paese *per primo paga le ricadute in termini di afflusso di migranti* generate dal caos che ha caratterizzato gli ultimi sei anni di storia libica, e per il quale peraltro la Francia ha precise responsabilità (tutti ricordiamo come l’allora presidente #NicolasSarkozy fu il principale sostenitore della guerra a #MuhammarGheddafi). Macron tenta di candidarsi a mediatore privilegiato nel processo di riconciliazione libico, scalzando l’Italia e facendo entrare a gran voce la sua Francia nel complicato dossier del Paese nord africano, puntando tutto sulla creazione di un *esercito nazionale Libico unitario*. Fonti diplomatiche parlano di uno scenario che potrebbe prevedere “una sorta di riconoscimento della posizione del generale Haftar sul terreno, e della legittimità della guerra che ha condotto contro i gruppi radicali”: non a caso l’iniziativa francese ha raccolto il plauso di #EmiratiArabiUniti ed #Egitto, i due principali sponsor del generale. Il progetto è ambizioso ma ricco di incognite, specie per il rischio che un eventuale avvicinamento al generale da parte del Premier libico Sarraj possa avere contraccolpi interni, a causa della rigidità dalle fazioni più legate alla zona di #Misurata. In ogni caso, l’Italia è fuori dall’orizzonte di queste manovre diplomatiche, condivise anche con Trump (pare se ne sia parlato nei recenti incontri Trump/Macron, e anche a un livello subito inferiore, tra le due diplomazie), dal momento che #USA non vedono affatto di cattivo occhio l’impegno di paesi Europei nella soluzione di una crisi che Washington considera importante ma comunque “secondaria” nelle sue priorità. A forza di aspettare di accodarci all’ONU e soltanto all’ONU, per non prendere mai rischi tali da turbare l’immobilismo politico romano, abbiamo da tre anni lasciato lavorare in quell’importante scacchiere #Russi, Francesi, Egiziani e Emiratini. Parigi ora si consolida, con il sostegno dei Membri permanenti nel Consiglio di Sicurezza ONU – Gran Bretagna, Russia e USA – come il paese europeo che ha maggior credibilità anche sulla crisi libica per una serie di motivi:
1 ) presenza e ruolo delle sue Forze Armate nel Sahel insieme a quelle dei suoi alleati africani che sono più danneggiati dalla destabilizzazione libica, ovvero #Niger, #Ciad e #Repubblicacentroafricana. La #Francia dimostra da quattro anni che non esita a dispiegare militari, intelligence, risorse politiche e finanziarie nella regione, mentre i nostri ultimi Governi si sono sempre puntualmente rifiutati di anche solo ipotizzare un qualche intervento, neppure in simbolica partecipazione alle forze di peacekeeping sotto mandato ONU e #UnioneAfricana;
2) la Francia intende reclamare, per tutelare i propri fondamentali interesse nazionali, un ruolo guida sulla Libia, ruolo che certamente gode del beneplacito tedesco e probabilmente anche di quello spagnolo, britannico, e dei quattro paesi di Visegrad, anche perché è fortemente proccupata dalla totale assenza di politiche e misure credibili da parte italiana sull’invasione migratoria dalla Libia. C’e’ un ritardo enorme nell’avvio della “fase due” delle operazioni navali UE antitrafficanti, e Roma ha continuato a frenarle anche a #Bruxelles, prima negando, poi tollerando, infine continuando a scantonare sulle pratiche delle #ONG che di fatto incoraggiano il traffico dei migranti, al punto di essere l’Italia attualmente persino sotto la lente di ingrandimento del Dipartimento di Stato USA per le carenze gravi che stiamo mostrando nella lotta – alla quale siamo tenuti dai trattati in vigore – contro la tratta degli esseri umani;
3) Macron mira certamente a consolidare in Libia un ruolo dominante francese che non ha mai avuto e che era stato con ogni verosimiglianza all’origine della precipitosa e per alcuni versi sconsiderata decisione di intervenire militarmente contro Gheddafi. Ma Parigi ha ora dalla sua un argomento in più, che in Europa può pesare molto e convincere ben diversamente dall’incessante “appello alla solidarietà” da parte di Gentiloni. Un appello che nelle capitali europee non convince, e rappresenta una ulteriore certificazione dell’isolamento nel quale siamo finiti, perche continuiamo a dimostrare di non saper prendere una singola misura, come la chiusura dei porti, o una singola posizione giuridica, come la decadenza degli impegni assunti dal precedente Governo e rivelati dall’ex Ministro #Bonino…
Il problema vero a mio avviso è la grave assenza di un pensiero coerente sull’interesse nazionale e l’assenza altresì di strategie e misure concrete per affermarlo: irresponsabilità, disinteresse, e – troppo spesso – malaffare inquinano anche l’informazione e le il dibattito sulle istanze che potrebbero proporre le risorse intellettuali e politiche del Paese per reagire e perlomeno tentare di governare queste delicate dinamiche… VOI COSA NE PENSATE?
Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.