SCANDALO *URANIO IMPOVERITO*: I MILITARI ITALIANI….SEMPRE “IN GINOCCHIO”? La vicenda dell’#UranioImpoverito nasce molti anni fa, con alcune coraggiose denunce e molte battaglie portate avanti anche da membri di questa community come il Generale Fernando Termentini: l’uranio impoverito viene usato nelle munizioni #anticarro, in quanto – se adeguatamente legato con alcuni metalli e trattato ad alte temperature – diviene duro e resistente come l’acciaio temperato, ed è quindi molto efficace per perforare le corazzature. Il problema è che si tratta pur sempre di materiale #radioattivo – ancorché con emissioni di basso livello – potenzialmente tossico: quando un penetratore all’uranio impatta su un obiettivo, o quando un carro armato con corazzatura all’uranio prende fuoco, parte dell’uranio impoverito brucia e si frammenta in piccole particelle, che rimangono sul suolo e possono venire sepolte o rimanere sommerse nell’acqua, disgregandosi e ossidandosi, ed anche – sotto forma di nanoparticelle – disperdersi nell’aria, con possibili effetti nocivi non solo sull’ambiente ma anche sull’Uomo. Uno studio effettuato da Diane Stearns, biochimico presso la Northern Arizona University, ha stabilito infatti che cellule animali esposte al sale di uranio solubile in acqua sono soggette a *mutazioni genetiche* determinando #tumori e altre patologie, indipendentemente dal suo grado di radioattività, con danni potenziali ai reni, pancreas, stomaco/intestino ed effetti citotossici e cancerogeni. La cosiddetta “Sindrome dei #Balcani” pare quindi aver colpito centinaia di Militari italiani, del tutto ignari dei potenziali pericoli di questo tipo di armi, con almeno 216 casi di morte e 2.500 malati, ai quali – tutti, nessuno escluso – va la mia più sentita vicinanza e incondizionata solidarietà e appoggio. La cosa davvero *deprimente* è stato vedere come questa delicata vicenda sia stata costantemente oggetto di dinieghi, coperture facilmente giustificate da considerazioni relative alla riservatezza, e anche vere e proprie contestazioni da parte dei diversi governi Italiani e Alleati, specialmente dal Pentagono, con la motivazione che “non era provato un nesso di causalità tra l’uso delle armi all’uranio impoverito e l’eccezionale numero di malattie tumorali e decessi verificatisi per gli uomini dispiegati in teatri operativi dove l’UI era stato utilizzato”. Solo a seguito di forti campagne di giornalismo investigativo portate avanti negli #USA – paese dove la libertà di stampa e il giornalismo investigativo hanno tradizioni e radici profonde – il #Pentagono ha successivamente dovuto cambiare registro: è maturato a un certo punto, negli alti gradi di quella Amministrazione e nello stesso Segretario alla Difesa, il convincimento che il riconoscimento dei diritti e delle sofferenze subite dai militari vittime dell’UI dovesse superare le “ragioni di Stato” che in precedenza avevano portato a negare, contestare, e difendere apoditticamente i vertici dalle responsabilità, leggerezze, e talvolta errori imperdonabili di alcuni comandi militari, con il risultato che il riconoscimento in America del nesso di casualità tra impiego dell’UI e danni alla salute dei militari spiegati nelle zone contaminate ha rafforzato ovviamente le richieste di risarcimento avanzate anche in altri Paesi, e diverse sentenze della giustizia civile e amministrativa le hanno accolte anche in Italia. Fin qui, tutto sembrava prendere – pur con inaccettabili ritardi – una piega ragionevole: nel senso di ottenere, finalmente, dopo un decennio di dinieghi, il giusto riconoscimento e apprezzamento morale per i Militari vittime inconsapevoli prima, e denigrati poi come millantatori e bugiardi, di armi che avevano prodotto “effetti collaterali” cosi gravi per le stesse FF.AA. che le utilizzavano. Ma *invece di porre al primo posto la dignità e la salute dei nostri Militari*, inspiegabilmente il nostro #MinisterodellaDifesa ha inscenato un “muro contro muro” ottusamente burocratico, impegnandosi in ogni sorta di azione pretestuosa e allungando ogni oltre possibile limite i tempi di riconoscimento del problema e di risarcimento dei nostri Soldati, anche bloccando i pagamenti dovuti grazie a sentenze della Magistratura passate in giudicato. Trovo questa “resistenza a oltranza”, degna di miglior causa, *SEMPLICEMENTE VERGOGNOSA*: la dignità e il valore delle nostre FF. AA e dei nostri Uomini con le stellette, non meritano l’ennesima vicenda umiliante nella quale sembrano ancora una volta sottoposti, con Soldati che nulla o non abbastanza sapevano dei rischi che stavano materialmente correndo, mentre le responsabilità al di sopra di un certo livello di comando sono state invece premiate con il silenzio e gli avanzamenti automatici di carriera… Cari vertici dell’Amministrazione, cosa dovrebbero fare, questi nostri Militari, *pregarvi in ginocchio* per vedere riconosciuti i loro diritti…? ORA, membri di questa community, DITE LA VOSTRA!
Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.