ALLARME TERRORISMO IN ITALIA: LA NOSTRA PIU’ GRANDE DEBOLEZZA? LA MANCANZA DI CONSAPEVOLEZZA DELLA NOSTRA IDENTITA’


ALLARME TERRORISMO IN ITALIA: LA NOSTRA PIU’ GRANDE DEBOLEZZA? LA MANCANZA DI CONSAPEVOLEZZA DELLA NOSTRA IDENTITA’! Le sfide che dobbiamo affrontare attorno a noi, soprattutto per la nostra sicurezza, sono probabilmente con grandi sforzi superabili, ma richiedono una *decisa volontà politica* e ancor prima un forte impegno culturale al fine di rafforzare il *senso identitario* del nostro Paese. Un senso identitario per molti versi divenuto incerto, a volte persino negato nel mondo dell’informazione, dell’insegnamento e della cultura nazionale. Si lascia troppo in ombra quanto la nostra “identità” rappresenti un “unicum” assoluto nella storia dell’Occidente, e quanto profonde siano le sue radici: un umanesimo rinascimentale ricco di bellezza, di ricerca e di scienza; un illuminismo ispirato alla libertà e al valore dell’uomo; un ideale positivo di Nazione e di Europa; i principi di libertà individuale, di legalità e di Stato di diritto sanciti dalla nostra straordinaria Carta Costituzionale… Pur senza cedere a tentazioni becere e populiste o alla facile scorciatoria dello “scontro di civiltà”, non dobbiamo dimenticare che la base del successo italiano anche nei momenti più difficili poggia sul suo essere “superpotenza culturale”, grazie proprio al *valore della propria identità*. Perché di questo non si può mai parlare…? Occorre ridefinire urgentemente, ad ogni livello, “chi” noi siamo: come ha detto il filosofo inglese Roger Scruton, “Il continente europeo è figlio di una sintesi che non ha nessun parallelo nella storia umana: cristianesimo, ebraismo, città-Stato greche autogovernanti, legge romana universale e laica…”. Purtroppo, questi principi vengono messi sotto al tappeto, dimenticati per interessi di comodo o per miopia, proprio nei settori oggi più vitali: la politica estera, di sicurezza e di difesa. La “rivitalizzazione” dei nostri valori identitari è *indispensabile* nel contrasto al terrorismo, dentro e fuori i confini nazionali, nella politica delle migrazioni, e nei rapporti con il mondo musulmano. Per dirla con Galli della Loggia “È il brodo di cultura costituito dal conformismo che caratterizza tutto il nostro discorso pubblico, politico e non. Si fa sentire solo il punto di vista buonista (…). Anche perché di solito il punto di vista che da noi passa per «democratico» è un punto di vista povero di profondità storica e quindi di ogni drammatica complessità: proprio per questo sempre incline alla più disarmata benevolenza verso l’«altro»: tentato di continuo dalla benevola indulgenza verso il male, esso predica sempre un vibrante rifiuto morale per tutto quanto sappia di disciplina e di autorità…”. Le sfide che il nostro Paese sta affrontando richiedono invece un grande sforzo culturale, ancor prima che politico: l’identità nazionale poggia sulla *legalità e sullo Stato di diritto*, elementi centrali nelle politiche di sicurezza, di immigrazione e nel contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo. Il comune denominatore di queste politiche deve essere – sul piano interno – la cultura della tolleranza, del rispetto dell’altro, e devono essere contrastate attivamente la propaganda all’odio, la predicazione e l’educazione settaria (sia dell’Islam verso l’occidente che dell’occidente verso l’Islam), perchè gran parte dei musulmani residenti in Italia e dei cittadini italiani di fede islamica sono elemento vitale del Paese e costituiscono una risorsa preziosa per la società, prova ne sia che il loro contributo al mondo del lavoro e dell’impresa è cresciuto a dismisura nel corso degli anni; pur tuttavia, la *rivitalizzazione immediata e forte* dei nostri principi identitari è ormai *irrimandabile e irrinunciabile*, come anche la *riaffermazione incondizionata* della necessità di *pieno rispetto delle nostre leggi*. Questo passo di *riscoperta identitaria* è fondamentale. diversamente, ogni pur opportuno rafforzamento delle nostre strutture di intelligence e di sicurezza e di operatività delle nostre Forze Armate e di Polizia. non farà che costruire *un gigante con i piedi di argilla*… Per chi volesse approfondire, ecco qui http://ift.tt/1RC6tP8 il mio discorso a un recente e stimolante convegno su questi temi all’Università di Bari, ma in ogni caso…DITE LA VOSTRA!


 

Pubblicato sulla mia pagina facebook, qui il post originale.


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