Ringrazio Giorgia per aver convocato questa Assemblea Nazionale in un momento di grande emergenza per l’Italia.
Una crisi gravissima.
Ben prima che economica e occupazionale , c’è una evidentissima crisi nei valori sui quali deve invece fondarsi una Nazione matura, responsabile, e rispettata.
Sono i valori della Destra; della dignità delle persone oneste; della rispettabilità dell’Italia; di una responsabilità politica e personale riconosciuta ben prima ben prima delle “sentenza passate in giudicato”, o mai passate in giudicato perchè regolarmente prescritte: un milione e mezzi di processi finiti nel nulla, molti per malaffare.
Sono i valori di chi deve esercitare funzioni pubbliche per servire la collettività, e non per servire propri accoliti o le proprie tasche.
Sin dal Congresso di Fiuggi, e poi costantemente negli organi del partito ho insistito perchè la lotta contro la corruzione, gli abusi, la lotta contro la commistioni tra malaffare e politica interna ed estera fosse tra le priorità più chiare e forti di FdI-An.
Nell’ultima Direzione Nazionale, prima che scoppiasse la vergogna immonda di Mafia Capitale la lotta alla corruzione è stata posta da Giorgia Meloni in termini chiarissimi tra le Dieci Priorità approvate.
In una crisi della politica che sprofonda senza limiti, dobbiamo con ancor più forza rivendicare oggi che la “tolleranza ZERO” verso corruzione e malaffare è nel DNA della Destra, nella sua cultura politica, assai più che altrove.
Dobbiamo farlo per ridare fiducia agli italiani;per dimostrare che i nostri valori nazionali ci porteranno fuori dalla palude; che esiste attorno a noi una coscienza sociale che vuole spazzar via la politica dei corrotti per ridare credibilità al Paese, a cominciare dall’ Europa.
I partiti , gli uomini e le donne che sostengono questo Governo non appartengono a questa cultura, non si sono veramente battuti nè si stanno battendo realmente per eliminare questa piaga.
Mafia Capitale è lo spezzone di un dramma in più atti: il dramma delle connivenze tra potere e malaffare radicate nella mentalità stessa di chi gravita a Sinistra , al Centro, e in alcuni ambiti del Centro Destra.
L’Atto Primo del dramma che ci è stato comminato inizia con i disordini a Tor Sapienza e negli altri quartieri.
Il Sindaco Marino, collaborando di fatto con un inquisito che coordinava dal Ministero dell’Interno l’accoglienza degli immigrati, incoraggiava il Governo Renzi a destinare il maggior numero possibile di immigrati illegali in quartieri ad alta criticità per disagio sociale e criminalità. Il tutto avveniva nel più completo silenzio, senza alcun preavviso, consultazione, o misure di protezione per i cittadini romani.
Molti spettatori che hanno assistito a questo Primo Atto del dramma, si sono chiesti quale influenza abbiano avuto sulle decisioni del Governo riguardanti Mare Nostrum i “gestori” delle Coop rosse, che guadagnano per loro ammissione più con gli immigrati che con la droga.
E si sono chiesti in molti quale influenza abbia avuto questa realtà conosciuta da tempo a Bruxelles, Parigi, Berlino, Londra, sul costante rifiuto dei Governi europei a Letta e Renzi nel “comunitarizzare”il problema immigrazione.
L’Atto Secondo del dramma riguarda la Legge di Stabilità. I sospetti di molti diventano certezza. L’Europa non crede al Governo italiano a causa del malaffare e della corruzione cronica e diffusa; l’Europa non crede all’Italia perchè nessuna riforma riesce neppure a scalfire il disastro morale di Expo, del Mose, della miriade di appalti truccati, dei vertiginosi aumenti in corso d’opera.
Non esiste in Italia opera pubblica che sia costata quello che era stato stanziato alla sua approvazione.
Come pensare che i partners europei si commuovano quando invochiamo fondi dell’Ue per investimenti pubblici, sapendo perfettamente la fine che faranno?
Più che per qualche microdecimale statistico, o per proiezioni alchimistiche sulle quali le stime divergono italiane divergono da quelle europee è il retropensiero sull’Italia che anima le polemiche quotidiane della Merkel, di Weidman, di Juncker, con Renzi, Padoan, e persino con Draghi.
È il retropensiero devastante su un’Italia ladra e cialtrona:al primo posto in Europa e in Occidente per livello di corruzione;su un sistema bancario dove Mps e Carige sono i casi più gravi ma non certo isolati e che non impediscono banchieri già falliti politicamente a cercar di metter insieme l’ennesimo partito di banchieri; un retropensiero su Regioni e Comuni per i quali non è neppure calcolato completamente l’immenso debito accumulato anche attraverso la finanza creativa dei futures, favorita anch’essa da banchieri compiacenti e disonesti; un retropensiero sull’impunità dei corrotti: abbiamo un decimo di condannati per reati economici rispetto alla Germania che sta 50 posti sopra di noi nelle statistiche sulla lotta alla corruzione; i decreti svuotacarceri e misure “umanitarie”hanno fatto uscire praticamente tutti.
Gli europei sanno bene che metà delle riforme varate nell’ultimo trienni di governi non scelti dagli elettori sono inattuate per almeno la metà, e scadute per almeno un quarto di loro. E danno bene che quello che sta facendo il governo è più ammuina che altro. Il Commissario anticorruzione ha poteri, per stessa ammissione di Cantone, del tutto insufficienti. La legge sull’allungamento dei termini di prescrizione è rimasta nel cassetto per sei mesi, ora è dovuta riuscirne, ma in termini edulcorati; i poteri delle Regioni restano intatti, e continuano nell’allegra finanza; gli appalti continuano a essere terreno di conquista per i corrotti.
Il Governo si sta cautelando? Ma neanche per sogno. Basti un esempio. La nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo, “venduta” mediaticamente come un grande risultato dal Governo, viene già definita da chi se ne occupa come “la nuova Bengodi della licitazione privata”: dove licitazione privata significa contratti senza gara con entità come l’ormai famosa Cooperativa 29 giugno o il Consorzio Enriches 29. La legge che è stata lanciata dal governo Letta e fatta approvare dal Governo Renzi.
E le misure annunciate ieri? Alfredo Mantovano ha lucidamente scritto che anche con un minimo di pena a 6 anni quasi nessun corrotto finirà in carcere, perchè vi è un tale insieme di benefici nel codice penale e nell’ordinamento penitenziario che anche con una sentenza a sei anni di reclusione si può evitare di andare in cella anche un solo giorno. Durante i Governi Letta e Renzi l’entità di questi benefici si è accresciuta, non certo diminuita. Ecco dove trova incoraggiamento e sostegno il mondo del malaffare.
Tutto questo non ce lo diciamo solo tra noi. Una miriade di organi d’informazione nel mondo ne parla. Due giorni fa il NYT, giornale tendenzialmente amico degli italiani, ha così bollato le ultime vicende: “Nuovo scandalo di malavita stordisce PERFINO GLI ITALIANI “per poi dire” persino in un Paese dove la corruzione viene ritenuta acquisita come parte della vita quotidiana, le rivelazioni hanno stordito i cittadini, con un impressionante serie di incriminazioni di politici attraverso l’intero spettro… L’ESEMPIO di una situazione che ha portato l’indebitamento italiano ai più alti livelli in Europa”. Così la stampa internazionale:corruzione uguale indebitamento record, e violazione di tutti i parametri che promettiamo all’Europa di rispettare, inutilmente.
In conclusione:
- siamo tutti vittime dell’affarismo, della corruzione nella politica, nelle banche, nell’amministrazione, nelle imprese. Ma la cosa più grave e indegna è che la corruzione è una TASSA SUI POVERI, sui disoccupati, sui pensionati , sui meno abbienti.
- Perchè? Perchè il 30% di aumenti diretti dei costi provocato dalle tangenti, e l’aumento ancora maggiore determinato dalla collusione tra pubblico e privato negli appalti, viene finanziato dall’aumentato prelievo fiscale, in massima parte attraverso la crescita dell’Iva, i livelli assurdi nei prezzi del gas e dei carburanti, l’esponenziale aumento delle tariffe nei trasporti, nei ticket della sanità, nei costi dell’energia per le abitazioni. Sono le fasce meno abbienti a pagare enormemente di più, in percentuale, i costi della corruzione. I ladri rubano, con la connivenza di uomini annidati persino ai vertici della politica e delle Istituzioni, soprattutto ai più poveri. E questo è davvero rivoltante.
- della corruzione è vittima l’intero paese, la sua sicurezza e persino la sua politica estera. Il caso Marò – è appena uscito un libro “il Mercato dei Marò”, che invito a leggere – è la dimostrazione inquietante di quanto l’affarismo non riguardi soltanto l’immigrazione, le municipalizzate, o le cooperative rosse. Nell’affarismo e nella melma della corruzione possono affondare persino questioni di grande importanza per il ruolo internazionale delle nostre Forze Armate, e restarne prigioniere senza più poterle risolvere, come accaduto per più di otto mesi con il Governo Renzi.