Presentazione dell’edizione 2012 dell’Annuario Italiano dei Diritti Umani
Sala Aldo Moro, 20 settembre 2012
Presidente Pietro Marcenaro,
Professor Marco Mascia,
Professori e cari studenti,
Signore e Signori,
Sono molto lieto di darvi il benvenuto alla Farnesina in occasione della presentazione dell’edizione 2012 de “L’Annuario Italiano dei Diritti Umani”, pubblicato del Centro interdipartimentale sui diritti umani istituito dall’Università di Padova nel 1982. La presentazione di oggi fa seguito agli analoghi eventi organizzati il 13 giugno a Strasburgo al Consiglio d’Europa, e il 26 giugno alle Nazioni Unite a Ginevra, quando il volume è stato portato all’attenzione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Ogni pagina dell’Annuario è una fonte preziosa di dati utilissimi sia per gli studiosi che per gli operatori. Nelle quattro parti in cui si articola [“Il recepimento delle norme internazionali sui diritti umani in Italia”, “L’infrastruttura diritti umani in Italia”, “L’Italia in dialogo con le istituzioni internazionali per i diritti umani”, “Giurisprudenza nazionale e internazionale”], l’opera offre un quadro completo dell’azione italiana a tutela dei diritti fondamentali, svolta dal Governo, dal Parlamento, dalla società civile e dal mondo accademico.
Signore e Signori,
La pace e il pieno rispetto dei diritti umani sono strettamente correlati: le violazioni dei diritti umani su larga scala creano instabilità e provocano conflitti; i conflitti calpestano la dignità delle persone.
Forte di tale convinzione, l’Italia considera la tutela e la promozione dei diritti fondamentali una componente essenziale ed irrinunciabile della sua politica estera. E’ una priorità assoluta della mia azione di politica estera, che – mi ha fatto piacere rilevare in questi dieci mesi – è sostenuta dal Parlamento e incoraggiata dalla società civile.
Libertà religiosa, diritto di espressione anche su Internet, la difesa di donne, bambini e persone diversamente abili, campagne contro la pena di morte e le mutilazioni genitali femminili. Queste sono alcune delle aree in cui è maggiormente profilato il nostro impegno, oggetto di importanti riconoscimenti a livello internazionale. Un impegno che il Governo italiano intende confermare la prossima settimana, quando il Presidente del Consiglio – da me accompagnato – parteciperà all’inaugurazione della 67ma sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU. Sarà anche presente un’autorevole delegazione parlamentare, tra cui il Presidente Marcenaro. Ci adopereremo per far ulteriormente avanzare l’adozione di risoluzioni su due temi assolutamente prioritari per l’Italia: la libertà di religione e la campagna contro la pena di morte.
Quanto alla libertà di religione, miriamo a una risoluzione che sia votata da tutti i Paesi membri, che condanni, senza attenuazioni, ogni forma d’intolleranza religiosa, rafforzando il linguaggio degli ultimi testi approvati, con il contributo fondamentale dell’Italia, dall’Assemblea Generale e dal Consiglio Diritti Umani. Abbiamo svolto un intenso lavoro preparatorio, sensibilizzando innanzi tutto i partner europei, che hanno accettato di porre la libertà religiosa tra le priorità di azione dell’Unione, attraverso specifiche linee guida pubbliche. Allo stesso tempo però è importante tornare ad adottare un linguaggio condiviso con il gruppo dei Paesi islamici (Organizzazione Cooperazione Islamica). L’attualità di questi giorni sta confermando pienamente la correttezza della nostra impostazione: un argomento così sensibile ha bisogno del sostegno di tutti.
Il dialogo interreligioso sarà anche oggetto di un evento a margine della settimana ministeriale alla prossima Assemblea Generale. Il tema prescelto è il ruolo della società civile nell’educazione ai diritti umani come strumento di diffusione della tolleranza religiosa. All’evento, copresieduto dal Ministro degli Esteri giordano, hanno già aderito il Commissario ai Diritti Umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, il Direttore Generale dell’UNESCO, Irina Bokova, Special Advisor delle NN.UU. su Genocidio e Responsabilità di Proteggere, Adama Dieng e Ministri degli Esteri di vari Paesi.
Il secondo tema prioritario sarà la campagna per la moratoria in vista dell’abolizione universale della pena di morte. L’obiettivo è quello d’incrementare il numero dei Paesi abolizionisti o che, quantomeno, aderiscono alla sospensione indefinita delle esecuzioni capitali.
A New York inoltre dedicherò particolare attenzione anche ai diritti del bambino ed al tema della violenza contro le donne. Per questi due gruppi particolarmente bisognosi di tutela, esposti soprattutto agli abusi perpetrati in situazioni di conflitto, il nostro Paese è in prima linea per incrementare le forme di tutela, in stretto coordinamento con i partner europei e con altri Paesi orientati in maniera analoga.
Vorrei tuttavia ribadire con forza che la tutela dei diritti umani deve essere sempre al centro delle relazioni internazionali. Non sono più valide vecchie categorie del passato, improntate a una visione di Realpolitik, secondo cui la promozione dei diritti era sacrificata all’interesse nazionale. Non è più così e non perché siano cambiati gli interessi di tipo commerciale, energetico o finanziario. Ma perché, come ho detto all’inizio, i diritti umani hanno assunto una dimensione operativa, alla luce della stretta correlazione tra le violazioni dei diritti e i conflitti, le migrazioni di massa, la diffusione del terrorismo. Non può quindi elaborarsi una strategia di sicurezza e di politica estera che non sia fondata sulla tutela dei diritti.
Con questo spirito ho concepito insieme al Ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt, un processo di riflessione volto a dotare l’Europa di una Strategia Globale, che metta al centro la tutela dei diritti. Abbiamo coinvolto Polonia e Spagna e think tank dei quattro Paesi, tra i quali l’Istituto Affari Internazionali. L’Alto Rappresentante Catherine Ashton ha poi tenuto a battesimo l’iniziativa, che auspico sia capace di integrare, aggiornare e potenziare l’esistente Strategia Europea di Sicurezza, adottata nel 2003. La tutela dei diritti dell’uomo è, come da me proposto, anche un elemento centrale del rapporto finale sul futuro dell’Europa a dell’Unione Europea adottato nei giorni scorsi dal Gruppo di riflessione di 11 Ministri degli Esteri convocato su iniziativa del Ministro tedesco Westerwelle.
Nell’attuazione di questa azione, non ci può scoraggiare il fatto che imporre agli Stati il rispetto dei diritti dell’uomo resta un compito molto difficile. Gli orrori della crisi siriana ce lo confermano giornalmente. Tali difficoltà devono indurre l’Italia ad aumentare il proprio impegno e ad assumere un ruolo di avanguardia anche per fare affermare nel mondo il principio, che pure si è andato consolidando dopo il vertice delle Nazioni Unite del 2005, della responsabilità di proteggere i più vulnerabili.
Signore e Signori,
L’impegno del Governo, delle forze politiche e della società civile deve essere accompagnato anche da una solida riflessione scientifica. Penso, per esempio, ai dilemmi posti dalle nuove tecnologie. Esse sono strumenti essenziali di libertà, come ha dimostrato il ruolo determinante dei social networks per il successo delle Primavere arabe. Nel contempo, però, Internet sta rendendo necessario ripensare alcuni istituti di enorme significato, quali il diritto d’autore, il diritto alla riservatezza, il diritto al rispetto delle proprie sensibilità religiose e morali. In questi campi, il contributo della comunità accademica è insostituibile per individuare soluzioni nuove di fronte a sfide sempre più complesse.
Sono quindi profondamente grato all’Università di Padova per questa nuova edizione dell’Annuario italiano dei diritti umani. E’ un utilissimo strumento di lavoro per quanti, operatori del settore, ricercatori, studenti, vogliono orientarsi nel multiforme panorama dell’azione svolta nel nostro Paese, a tutti i livelli, sia per promuovere i diritti fondamentali a livello internazionale, sia per adeguare sempre di più il nostro ordinamento agli impegni internazionali. In tale prospettiva, trovo particolarmente interessante la sezione dedicata all’“Agenda dei Diritti Umani”, che trova significative corrispondenze con il programma di lavoro del Governo italiano.
Desidero in particolare confermare l’impegno dell’Esecutivo, e mio personale, per l’istituzione in Italia di una “Commissione Nazionale Indipendente” sui Diritti Umani, richiesta da una Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 1993. Il disegno di legge governativo, approvato dal Consiglio dei Ministri a marzo 2011, è all’esame del Parlamento. Seguo attivamente il dibattito in corso, del quale auspico una positiva conclusione a breve, grazie al contributo costruttivo di tutte le forze politiche. Desidero ringraziare per il loro costante e convinto sostegno il mio predecessore On. Franco Frattini e il Sen. Pietro Marcenaro, Presidente della Commissione Straordinaria sui Diritti Umani del Senato. Lascio la parola al Senatore Marcenaro.