Il corto con la regia di Simona Ventura sugli ultimi cento giorni del leader dei Radicali presentato durante l’assemblea del «Global Committee for the Rule of Law»
Articol odi Paola Medori per Corriere.it del 7 giugno 2022
È un uomo libero e appassionato Marco Pannella ritratto in A subito , il documentario sugli ultimi cento giorni di vita del leader dei Radicali, con la regia di Simona Ventura. Presentato ieri a Roma durante l’assemblea del «Global Committee for the Rule of Law», l’organizzazione da lui fondata, prima della scomparsa nel 2016, insieme a Giulio Terzi di Sant’Agata, ministro degli Esteri nel governo Monti.
Pensieri, parole e ideali rivivono attraverso le immagini, che Pannella volle fossero girate in quel ultimi mesi, raccolte con l’aiuto di Matteo Angioli, suo assistente da 15 anni, Laura Harth e la fidanzata storica Mirella Parachini. «Le immagini inedite raccontano come non ci sia mai stata alcuna differenza tra la vita pubblica e privata del leader radicale. Sono inoltre una straordinaria testimonianza della sua generosa vita in cui ha combattuto per la libertà di scelta di ognuno di noi», ha detto la regista.
Il titolo è ispirato al saluto che Pannella rivolse al Dalai Lama durante un loro incontro, «il Dalai Lama lo salutò con un “a presto” — ricorda —. Marco gli rispose “non a presto, ma a subito, perché sei dentro di me”».
Tra le testimonianze anche quella di Vasco Rossi, che ha sempre sostenuto le battaglie del partito radicale, di Franco Battiato, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Gianni Letta. Lo ascoltiamo al telefono con Papa Francesco e Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica. E poi l’incontro con Renato Zero che stringendogli la mano dice: «Non ho mai smesso di amarti. Anche se non mi hai più visto nei tuoi cortei, nelle tue avventure politiche ma soprattutto sociali e umane, Renato era con te».
Mentre Gaber canta La libertà scorrono momenti privati ed emergono verità: Pannella, pelle e ossa, che sale su una bilancia o brinda dal letto di un ospedale con Monsignor Paglia. «Si pensa che facesse la battaglia per la legalizzazione della cannabis perché si faceva le canne, ma non ha mai fumato uno spinello», conclude.