di Albertina Soliani – L’Unità
20 Giugno 2013
Se nei prossimi anni la democrazia crescerà in Asia e nel mondo, un ruolo strategico sarà riconosciuto ad Aung San Suu Kyi, premio Nobil per la pace nel 1991, oggi leader dell’opposizione in Birmania e candidata alla presidenza nelle elezioni politiche del 2015. Ieri è stato il suo compleanno. Negli anni scorsi, nel Parlamento e nelle piazze, chiedevamo la sua liberazione, oggi la sosteniamo con amicizia e con la certezza che porterà a compimento l’opera iniziata nel lontano 1988: la democrazia per il popolo birmano.
I compleanni scandiscono la vita, ne registrano i cambiamenti. E li raccontano. Il 26 agosto 1988, davanti alla Shwedagon Pagoda di Rangoon, Aung San Suu Kyi tenne il suo primo discorso pubblico dopo il massacro degli studenti in rivolta dell’8 agosto. Aveva 43 anni. Da allora i suoi compleanni sono trascorsi in gran parte agli arresti domiciliari, mentre continuava a coltivare il sogno della libertà e della democrazia per la Birmania e per il mondo intero. Dopo la sua liberazione il 13 novembre 2010 e la sua elezione al parlamento il 1° aprile 2012, Aung San Suu Kyi sta guidando la Lega Nazionale della Democrazia alla competizione elettorale che, prevedibilmente, la porterà alla guida del Paese. Nella transizione verso la democrazia che ella stessa ha innescato, aprendo il dialogo con il Capo del Governo Thein Sein, Aung San Suu Kyi è la protagonista della politica del cambiamento.
Una svolta epocale. Ora la strada è aperta ma è tutta da percorrere: dal cambiamento della Costituzione che pone ancora limiti alla partecipazione democratica, all’apertura del paese al mondo esterno, dal superamento delle sanzioni alla crescita economica, dalla giustizia sociale ai diritti politici per tutti, dalla lotta alla corruzione alla composizione dei conflitti interetnici- Aung San Suu Kyi è il perno attorno al quale si comporrà l’unità della Birmania. Una donna, un Paese nel segno della democrazia. I prossimi mesi, i prossimi due anni saranno decisivi.
Nelle settimane scorse per la prima volta una delegazione della Lega Nazionale per la Democrazia è stata ospitata in Cina. Il cammino democratico della Birmania porterà nuove prospettive in tutta l’Asia. Con la cultura politica della non violenza, che Aung San Suu Kyi vive da sempre. Nel recente World Social Forum per l’Asia, svoltosi a Naypyidaw, Aung San Suu Kyi è intervenuta chiedendo che l’economia rispetti la legalità e la democrazia per non tradire la speranza del popolo. Una voce forte, autorevole che orienta il futuro del mondo.
Aung San Suu Kyi è cittadina onoraria di molte città italiane: Roma, Torino, Firenze, Parma, Genova, Bologna, Perugia e altre ancora. Appartiene all’Italia, l’Italia le è vicina. La stima e il rispetto verso di lei sono scritti nella vita civile delle nostre comunità che nell’impegno di Aung San Suu Kyi per la libertà, i diritti umani, la democrazia hanno visto affermati i valori universali ai quali si ispira la vita democratica del nostro Paese.
Di questi valori, di questo affetto, di questa vicinanza i sindaci sono ambasciatori speciali. In questo tempo nel quale la Birmania si sta aprendo al mondo, l’Italia che ha sostenuto Aung San Suu Kyi e i prigionieri politici nei lunghi anni della resistenza alla dittatura militare, deve essere presente e attiva, in raccordo con l’Unione Europea, aprendo nuove importanti vie alla collaborazione economica, culturale, sociale e politica con un Paese strategico nell’area asiatica. Un Paese straordinario per umanità, cultura, spiritualità. Lo possiamo fare investendo innanzitutto nella bellezza e nella cultura che sono patrimonio della Birmania e dell’Italia. L’apertura a Rangoon di un Istituto italiano di Cultura costituirebbe un fatto fondamentale per l’incontro di due popoli così ricchi di storia, che riconoscono nei valori e nei diritti umani universali la bussola per il futuro del mondo. Molti auguri, Aung San Suu Kyi, per la tua vita e per la vita del popolo birmano.