Maurizio Turco eletto segretario del PR, l’ex ministro Giulio Terzi nel comitato di presidenza: stamattina la brutta sorpresa nella storica sede di via Torre Argentina
Daniele Priori per Huffington Post del 8 luglio 2019
Dai congressi con scazzo di un tempo al day after con scasso del 2019. Un buco nel muro, da cui è stata trafugata la cassaforte della storica sede radicale di via di Torre Argentina a Roma è stato il benvenuto che i militanti e la nuova segreteria hanno trovato stamattina al partito.
Oltre al denaro per iscrizioni e contributi raccolti durante il Congresso, il bene più prezioso contenuto nella cassaforte era l’atto di acquisto dei diritti per l’uso in Italia del simbolo della Rosa nel Pugno
È stato questo il brusco risveglio di Maurizio Turco, neoeletto segretario del Partito Radicale con Irene Testa tesoriera, praticamente all’unanimità al termine del 41esimo Congresso del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito tenutosi nell’intero fine settimana appena trascorso nella Capitale.
Il fortissimo consenso al ticket Turco-Testa rappresenta plasticamente la volontà di continuità espressa dall’assemblea con l’ultima gestione, la prima del dopo Pannella, arrivata all’assise dell’Antonianum dopo i 3mila+3mila iscritti al partito nel biennio 2017-2018: obiettivo raggiunto e celebrato in un congresso che guarda al futuro.
Ricordi di stagioni passate insomma i congressi con scazzo (specialità radicale) di una volta. Famosissima la bestemmia in streaming di Emma Bonino contro l’ex segretario radicale Capezzone di un decennio fa abbondante.
Ancor più celebri i fumosissimi scazzi domenicali su Radio Radicale tra il guru Marco Pannella e l’allora direttore della radio Massimo Bordin, ideologo avulso dall’essere organico, recentemente scomparso, ascoltato e veracemente apprezzato anche dalla coppia Buzzi-Carminati, i boss condannati per Mafia Capitale, seguaci pure loro della mattutina e bordiniana “Stampa e Regime”, come si è scoperto proprio in questi giorni grazie alla lettura che Rita Bernardini in piena assise ha offerto di una delle migliaia di pagine di intercettazioni dei due.
Certamente un nulla, lo scasso e gli echi di Mafia Capitale, rispetto agli impegni che il congresso del Partito Radicale si è preso, dopo tre giorni di pacato dibattito, approvando la pannellianissima mozione che attualizza – e ce n’è ben donde – la profetica battaglia lanciata negli anni ’80 da Pannella “contro lo sterminio per fame nel mondo”.
I temi, trattati tutti col metodo radicale sano, spesso prolisso ma non certo retorico, figlio del motto einaudiano “conoscere per deliberare” sono stati molti.
In primis, appunto, la questione delle migrazioni, vista però dal lato degli oppressi, di quell’Africa piegata da carestie, malattie, guerre che – come diceva Pannella trent’anni fa – presto si occuperà di noi se non saremo noi a occuparci di lei.
Quel tempo è arrivato e i radicali transnazionali sono sul pezzo. Affrontando anche, grazie a una durissima relazione dell’ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, il fenomeno debordante della Cina che proprio in Africa da una ventina d’anni, pezzo dopo pezzo, sta praticando una neocolonizzazione economica da cui i giovani africani fuggono.
Giulio Terzi è stato eletto nel comitato dei presidenti d’onore del PR insieme alla decana radicale Laura Arconti, al politico cambogiano oppositore di tutti i regimi Sam Rainsy e all’avvocato Ben Hassen, presidente dell’Istituto arabo per i diritti umani della Tunisia.
Proprio Terzi arriva all’elezione nel congresso radicale da presidente del Global Committee for the Rule of Law, ultima creatura del leader radicale, immaginata e fondata insieme al giovane Matteo Angioli, data alla luce un paio di mesi prima della morte di Pannella, nel marzo 2016.
Durante il congresso sono intervenuti anche rappresentanti dell’opposizione venezuelana, tibetani, catalani e inglesi. Il “caso Italia” dove maggiormente si riscontra la natura “transpartito” dei radicali sarà trattato d’ora in avanti in un congresso annuale della sezione italiana. Il prossimo dovrebbe celebrarsi tra novembre e gennaio.
Gli ospiti, come era avvenuto anche per la battaglia a sostegno di Radio Radicale, sono arrivati da ogni dove in ordine sparso: dal radicale dem Giachetti, al leghista Basini, fino al deputato FdI, Mollicone o all’esponente della destra romana Fabio Sabatani Schiuma.
Sono mancati i saluti istituzionali e dei segretari dei partiti all’assemblea, unico ad arrivare il radicale della sponda +Europa, Benedetto Della Vedova. Nessuna traccia, invece, della ex leader Emma Bonino.
Il fine vita e i diritti del malato, altri cavalli di battaglia radicali, sono stati trattati in maniera commovente dalle testimonianze del figlio adottivo di Carlo e Marina Ripa di Meana e da Mina Welby.
Particolarmente interessante l’intervento di Michele Capano che si è soffermato, presentando anche una mozione all’assemblea, sulle condizioni e le coercizioni dei malati psichiatrici.
In più interventi si è fatto quindi cenno alla giustizia: dall’onnipresente questione carceraria al vulnus dei magistrati intercettati fino ai massimi livelli del Csm, cronaca di questa estate e fotografia della grande incompiuta che è lo Stato di diritto in Italia.
Tra gli interventi più belli, significativi e applauditi quello del sacerdote sardo, iscritto radicale, don Ettore Cannavera che ha riaperto il fronte della battaglia, su cui il Partito Radicale è già attivissimo, contro l’ergastolo ostativo, proponendo anche una frontiera nuova ma, a suo dire, pienamente radicale, per l’abolizione delle carceri minorili.
È evidente che il futuro del Partito Radicale passi anche da qui. Un futuro che, concluso il 41esimo congresso, è già decisamente iniziato.