Marò, la storia infinita. Dall’arresto al rientro di Girone

Articolo di Quotidiano.net del 02/05/2016

Quattro anni di odissea. La vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò accusati in India di omicidio, si trascina dall’inizio del 2012. Era il 15 febbraio quando due pescatori vengono uccisi da spari al largo delle coste del Kerala. Per la loro morte, quattro giorni dopo, vengono fermati i due fucilieri, in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie. E’ subito scontro tra Italia e l’India che si contendono la giurisdizione sul caso. Ma per molto tempo la situazione resterà bloccata.

– Il 30 maggio 2012  viene concessa a Latorre e Girone la libertà su cauzione. Vengono accolti all’ambasciata italiana.

– Il 14 dicembre i due marò chiedono di potersi recare in Italia per le festività natalizie. Pochi giorni dopo, il 20 dicembre, arriva la concessione da parte della Corte del Kerala di un permesso speciale.

– 18 gennaio 2013: la Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso e lo affida a un tribunale speciale da costituire a New Delhi.

– 21 marzo 2013: il governo italiano annuncia che i due marò rientreranno in India al termine di una licenza in Italia concessa per permettergli di votare, dopo le fortissime pressioni di New Delhi seguite a un precedente annuncio che non sarebbero tornati. In cambio New Delhi concede un’assicurazione scritta sul trattamento dei due detenuti, sulla tutela dei diritti e sull’esclusione della pena di morte. In Italia si scatenano comunque le polemiche sul passo indietro del governo, che porteranno alle dimissioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi.

– 25 marzo 2013: a New Delhi viene costituito il tribunale “ad hoc” per giudicare i due militari. Latorre lancia un accorato appello ai politici italiani: “Unite le forze e risolvete questa tragedia”.

– 28 marzo 2014: la Corte Suprema indiana accoglie il ricorso presentato dai due fucilieri italiano contro il coinvolgimento nel caso della Nia, la polizia antiterrorismo, dopo che è stato escluso il ricorso alla legge antipirateria. I giudici sospendono il processo a carico dei marò presso il tribunale speciale.

La strategia dell’Italia è quella di internazionalizzare il caso e chiede un arbitrato sulla giurisdizione, invocando anche l’immunità funzionale di cui godevano i due militari.

– 31 agosto 2014: Massimiliano Latorre viene colpito da una leggera ischemia cerebrale. Viene ricoverato  a New Delhi e ottiene un permesso di 4 mesi per essere curato in Italia, dove viene operato per un’anomalia cardiaca. Dal governo indiano arriveranno poi una serie di proroghe. L’ultima scadrà nel settembre 2016.

– 15 gennaio 2015: il Parlamento europeo approva una risoluzione nella quale si chiede in particolare il rimpatrio dei due fucilieri e l’auspicio che il giudizio per risolvere il contenzioso sia affidato alla giurisdizione italiana o tramite arbitrato internazionale. Il governo indiano la definisce inopportuna.

– 26 giugno 2015: i negoziati con l’India non si sbloccano e l’Italia attiva l’arbitrato internazionale. Roma chiede misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone durante l’iter della procedura arbitrale.

– 24 agosto 2015: il Tribunale internazionale del Mare ordina a Italia e India di sospendere qualsiasi procedura e astenersi dall’avviarne altre, respingendo la richiesta italiana di misure temporanee. La decisione passa al Tribunale arbitrale dell’Aja a cui appartiene la sentenza nel merito.

– 12 dicembre 2015: l’Italia deposita al Tribunale arbitrale la richiesta di misure provvisorie, tra cui l’autorizzazione per Girone a tornare in patria e restarvi per tutta la durata della procedura all’Aja.

– 2 maggio 2016: il Tribunale arbitrale dispone che il sergente Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale.

©2024 Giulio Terzi

Log in with your credentials

pergot your details?